Mano sbagliata
Sfiga 1 Comment »Sa hai delle borse in una mano e l’altra libera, e ti appresti a salire in auto, la chiave e’ sempre nella tasca dalla parte delle borse.
(moscone)
Sa hai delle borse in una mano e l’altra libera, e ti appresti a salire in auto, la chiave e’ sempre nella tasca dalla parte delle borse.
(moscone)
Tutti quei libri genere fantasy intitolati “Le cronache di …”
(il nonno)
Gli infiniti auguri di natale sui gruppi whatsapp.
(il nonno)
Quando la mattina sei in coda alla posta / supermercato / banca, ed il tipo dietro di te si lamenta dell’attesa, perche’ lui “deve andare a lavorare !”.
(moscone)
Quelli che ti mandano gli auguri di buone feste prima del 20 dicembre, mentre tu fino al 24 pomeriggio non sarai neanche lontanamente nelle condizioni psicofisiche per pensare di mandarli.
(vasodicoccio)
Egli: “Beato te che hai la tredicesima !”
Io: “Ma che c’entra, il mio annuale e’ diviso in tredici invece che in dodici.”
Egli: “Ma tu comunque prendi uno stipendio in piu’ !”
Io: “Ok, hai ragione.”
(moscone)
Piove. Devi entrare in macchina con l’ombrello, se lo chiudi troppo presto ti bagni, se lo chiudi troppo tardi ti incastri nella porta e poi inserirlo chiuso e grondante senza bagnare i sedili e’ un impresa.
(Zanza)
Parti da R. alle 7.50.
Si guasta un primo passaggio a livello tra X e Y, aspetti che un omino arrivi in auto da R. per dirigere il traffico….
Poi si riparte e si guasta un altro passaggio a livello dopo Z, aspetti che arrivi nuovamente l’omino… (nota passaggi a livelli in campagna, stradine ultra secondarie….)
Atterri infine alla stazione di Porta Susa alle 9.25, sei fortemente tentato di andare in ufficio a piedi vista la breve distanza e invece opti per il tram che … si rompe!
Consuntivo: tragitto 30 km, tempo impiegato 2 ore e 20, velocità media 13 km/h.
La prossima volta faccio testamento prima di partire, non si sa mai.
(il nonno)
Qualsiasi ricerca si faccia su qualsiasi argomento compare il nome di Salvatore Aranzulla. Eccheppalle!
(il nonno)
Quegli italiani che vanno 3 giorni all’estero e al secondo sono gia’ tutti carichi nel commentare come le cose in Italia non funzionino, gli italiani in patria siano pecore e all’estero si stia molto meglio.
(Zanza)
Quando ti tocca guardare un video sul telefono di qualcuno che lo trova troppo divertente, ma a te o non interessa o ridere non fa.
(moscone)
Le bottiglie di plastica da 1,5/2 litri semi vuote, che ad ogni micro vibrazione tentano di rovesciarsi.
(Zanza)
Quei negozianti che quando ti ritrovi a dover pagare un piccola cifra con 50 euro perche’ proprio non hai piu’ moneta, ti guardano come se gli avessi ucciso la moglie chiedendo “non ne ha proprio di moneta?”
(Zanza)
La tastiera dello smartphone che, oltre ad essere microscopica, ha il tasto “cancella” proprio attaccato al tasto “invia”, per cui spedisci messaggi scritti a meta’ con parole improbabili che volevi correggere.
(Zanza)
Quelle umide giornate in cui camminando con la giacca fai la sauna svedese ma con il pile/maglioncino hai freddo.
(Zanza)
103 tasti del c…o in cui è stipato pure il tastierino numerico. Leggerissimi, basta sfiorarli, ne schiacci tre insieme con estrema facilità, neri con lettere e simbobli piccolissimi in grigio scuro (così non si capisce se batti punto, la virgola, il trattino basso, quello alto). Uno di ‘sti giorni li finirò con un bel colpo di cacciavite, e non se ne parli più. Ecco.
(il nonno)
Sta cosa del black friday tutto ad un tratto compare dal nulla e tutti ne parlano come se fosse tradizione tipica piemontese. Che poi sarebbe il giorno successivo alla festa del grazie (cit. Boris)
(Zanza)
La pozzanghera larga 30 centimetri e profonda 80 posizionata nel preciso punto in cui distrattamente poserai il piede uscendo dalla macchina.
(Zanza)
L’aggirarsi per ogni dove degli adolescenti (e non solo) col naso nella realtà virtuale dello smartphone con lo sguardo febbrile non appena si trovano in un posto reale dove non si sa se c’è il wifi o qual è la pw (che neanche sanno cos’è). E il trascinarsi per casa in cerca di una presa libera per il caricatore. Come drogati. Uff, mi viene il vomito.
(il nonno)
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