Ma dove l’hai perso
Uncategorized 3 Comments »Quelli che quando gli dici che hai perso qualcosa, ti chiedono “Ma dove l’hai perso?”. E se lo sapevo, mica l’avevo perso, no?
(moscone)
Quelli che quando gli dici che hai perso qualcosa, ti chiedono “Ma dove l’hai perso?”. E se lo sapevo, mica l’avevo perso, no?
(moscone)
Quando nei musei di argomento scientifico o simile i marchingegni interattivi che dovrebbero spiegare le cose “giocando” non funzionano perché rotti o spenti: faccio mio tutto il fastidio che si vede sul volto giustamente deluso e incazzato dei bambini.
(il nonno)
La carta igienica indonesiana: sottile ed impalpabile piu’ di quel che Giovanni Rana potrebbe sognare, e’ tuttavia del tutto inadatta alle durezze del crudele lavoro laggiu’ e dopo un paio di spatolate si trasforma in una poltiglia simile a cartapesta.
(Ponghi)
Il maledettissimo sistema di strappo della carta igienica che o non si strappa bene e lascia un piccolo pezzo attaccato al rotolo e se cerchi di portare a pari lo stesso si strappa a metà, oppure hai selezionato quattro tronconi e quando tiri te ne vengono via tre lasciandone uno li’ appeso al rotolo… che fare? Riavvolgere oppure tentare la SFIDA DELLO STRAPPO SINGOLO ?
(TonyJay)
Quando ti portano la pizza Bismarck con l’uovo piccolo e praticamente sodo.
(moscone)
“L’agenzia XY propone in vendita”. Ma cosa proponi!? Di’ che vendi e falla finita!
(il nonno)
Per quanta attenzione tu faccia schegge arancioni schizzan da tutte le parti: per terra, sul salino, sul bordo dello sportello della lavastoviglie semiaperto. Il dramma è che se non le trovi tutte subito, dopo qualche giorno saranno secche e appiccicatissime. Uf!
(il nonno)
Quando l’ombrello, che tieni chiuso perché pioviggina appena, ti scivola dalle mani e cade in una profonda pozzanghera riempiendosi d’acqua come un secchiello.
(il nonno)
Le mamme piangenti, tipo funerale siciliano,alla partenza dei figli per la gita di fine anno. Staranno fuori 24 ore.
(sara)
Dato che sei un tipo preciso, l’angolino della confezione in tetrapack del latte lo tagli con le forbici (e non con le nude mani, quelle le usi per squarciare gli elenchi telefonici). Ma cazzo, mai una volta che una gocciolina di latte non finisca sulle lame delle forbici (che quindi vanno lavate).
(moscone)
Capire con disappunto che quei pezzetti bianchi sbrindellati che girano insieme alle lenzuola nell’oblò della lavatrice sono il libro che stavi leggendo e avevi malauguratamente abbandonato sul letto prima del passaggio della nonna.
(il nonno)
Quando ti danno un numero, per esempio per un deposito bagagli, e quel numero e’ un 6, o forse un 9 ?
(moscone)
La borsa a tracolla del computer con la cinghia sufficientemente lunga da permetterti di aprire la tasca mentre la indossi ma non di raggiungere le chiavi sul fondo.
(Zanza)
Il prurito che si scatena quando una sbucciatura un po’ consistente sta per guarire.
(Sara)
Girare il cucchiaino nella tazzina per 5 minuti solo per scoprire, al primo sorso, che in qualche modo sei riuscito a non far arrivare ne’ zucchero ne’ caffe’ nella brodaglia calda che hai appena assaggiato.
(Ponghi)
Quelli che su ebay vanno in ansia se non ricevono subito il feedback positivo. E aspetta un attimo, no ?!
(moscone)
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