Radio anch’io 2
Uncategorized 3 Comments »Che odio il nuovo jingle pubblicitario della trasmissione radiofonica “Radio Anch’io”… ora piu’ che una trasmissione di attualita’ e approfondimento sembra un varieta’ di Teo Teocoli…
(Bla)
Che odio il nuovo jingle pubblicitario della trasmissione radiofonica “Radio Anch’io”… ora piu’ che una trasmissione di attualita’ e approfondimento sembra un varieta’ di Teo Teocoli…
(Bla)
Feisbuc che ti disattiva l’ account e non si prende neanche la briga di spiegarti perché.
(Nameless)
Quelli che se gli fai una domanda si sentono in obbligo di farti uno spiegone di 10 minuti, senza punteggiatura e senza mai tirare il fiato, sul perche’ una cosa e’ assolutamente impossibile e poi piazzano li un “MA” -pausetta- e in due parole liquidano cio’ che ti interessava veramente sapere.
(Ponghi)
I programmini di keygen (quelli che servono per craccare altri software) che devono per forza suonare la musichetta mentre li usi.
(moscone)
Entri nel bagno di un locale pubblico regolarmente sudicio per fare la pipi’ e trovi l’asse abbassato. A quel punto si scatenano mille dubbi sul non volerlo toccare e fare il maleducato come gli altri 20 prima di te o farti violenza e alzarlo prima di espletare.
(Zanza)
Che fastidio quando per lavoro capiti in un’azienda (scusate il termine) in cui ti tocca chiedere informazioni tecniche ad un impiegato a cui non gliene frega un cazzo ne’ dell’azienda stessa, ne’ tantomeno di aiutare te. Non, badate bene, per un fattore personale verso di te, ma come forma di protesta personale e silenziosa (e patetica, aggiungo io) contro l’azienda. Per cui a qualunque richiesta da parte tua, la risposta sara’ sempre “non me ne occupo io”, “devi chiedere a qualcun altro”, eccetera, oppure un sfilza di “no/si” senza mai aggiungere di propria iniziativa quel minimo ovvio di informazione che renderebbe tutto piu’ semplice.
(moscone)
La lodevole iniziativa della raccolta differenziata, se non fosse che:
A) ti trovi con 12000 contenitori sul balcone
B) non sai mai se un fazzoletto smoccolato va nella carta, nell’umido o nell’ indifferenziato
C) la lampadina, bisogna rompere la parte in vetro nel vetro e il bulbo nell’ alluminio?
D) il pannolino usato (pupu) va prima “svuotato” nell’organico e poi buttato nella plastica? (ovviamente dopo averlo accuratamente lavato)
E) nel contenitore della plastica NON puoi mettere, per esempio il bicchiere (di plastica) della macchinetta del caffè se non DOPO AVERLO LAVATO!!!
p.s. non trovate fastidioso dover lavare la monnezza prima di buttarla? Io mi ritrovo a fare delle lavastovoglie di bucce di banana, bicchieri di carta e contenitori del coccolino prima di buttarli !!!
(TonyJay)
Che Fastidio! Quelli che in coda al semaforo partono solo quando la macchina davanti a loro incomincia a muoversi. Morale, per la famosa regola della fisarmonica, quando tocca a te passare, è diventato rosso. Ma scusa! Se vedi che diventa verde (e tutta la coda lo vede) che ci vuole a partire tutti a tempo? Forse ci vorrebbe un altoparlantino all’altezza dell’orecchio di ogni guidatore (montato di serie) che, quando il semaforo diventa verde, ti grida “PARTIRE ADESSO!!!”
(Dr Stupid)
Quelli che, in un qualsiasi servizio internet che richieda la pubblicazione di una propria foto per il profilo, ficcano la classica “frontale, ma solo meta’ sinistra/destra del volto con espressione nelle intenzioni ironica/misteriosa/cool”. Il risultato e’ senza fallo non (ironico/misterioso/cool), ma l’immancabile triste cliche’ con cui stuoli di mancati designers ed architetti privi di fantasia rabboccano il loro ego rinsecchito (probabilmente prima di andare ad aprire un egualmente triste ristorante).
(Ponghi)
I novantenni che negli ingorghi sono convinti che tenere la loro manaccia sul clacson possa magicamente far evaporare le automobili incastrate di fronte a lui………. costringendoti a scendere e a rompergli gli ultimi due denti rimasti per fargli capire che l’unica cosa che è andata via è il tuo udito.
(Predy)
Quelli che invece di preparare in anticipo il biglietto si fermano nel bel mezzo del tornello d’entrata a rovistare nelle borse alla ricerca di un’ipotetica tessera. Causando file chilometriche per entrare e facendoti perdere il treno.
(redy)
Quelli che appena cade un fiocco di neve corrono immediatamente in strada ad alzare i tergicristalli della macchina e tappezzare di giornali i vetri.
(Zanza)
Sono solo io, o i giubbotti imbottiti nero lucido, corredo essenziale del tamarro novus, sembrano proprio dei sacchi della spazzatura belli pieni?
(Ponghi)
Quelli che iniziano un discorso con “tu mi insegni” che chiaramente sottointende “ti prendo pre il culo perche’ ne so moooolto piu’ di te”.
(Zanza)
Al bar o ristorante, gia’ dividere una portata in due puo’ essere fastidioso. In particolare per i beni analogici (liquidi, zuppe), mentre per quelli digitali (pezzi di sushi, polpette) la divisione e’ facile, a patto naturalmente che il numero dei token sia pari (divago: non oso neanche pensare cosa voglia dire dividere un tocco di sushi in due.; per fortuna, di norma, i pezzi vengono in numero pari).
Di tutto cio’ esiste una aggravante: dividere due portate in tre persone. Per i beni digitali, questo schema implica che il numero di token per portata sia un multiplo di 3, per esempio 6 pezzi di sushi, o 12 (ho gia’ fatto notare che 9 e’ poco probabile). Altri numeri portano ad una inequa distribuzione. E comunque, e’ molto molto probabile che in ogni caso bisognera’ sottostare (o assistere) a squallidi mercanteggiamenti capaci di incrinare le amicizie piu’ salde (tipo “ti do’ due rolls in cambio di quel pezzo col tonno”)
(moscone)
Che irritazione i ristoranti di design: gli architetti non devono, ripeto, NON DEVONO per forza aprire un locale per avere a portata di mano un posto da arredare a cazzi loro.
(Ponghi)
Il cavetto di rete con la linguetta di plastica rotta che non appena muovi di un picometro il portatile si scollega e ti FOTTE tutte le sessioni remote aperte.
(Zanza)
Posso dirlo? Che palle questa attesa, questa pubblicita’, queste reazioni ogni volta che Steve Jobs tira una scorreggia.
(moscone (dal suo Dell con SVista))
Quando all’improvviso diventi conscio di una qualche funzione del tuo corpo che di solito procede in automatico e questa consapevolezza incasina il tutto.
Esempio: cominci a fare attenzione a tutti i movimenti che gambe e piedi fanno per camminare, col risultato che perdi ogni coordinazione. Oppure, ti accorgi di secernere saliva da sotto la lingua: da quel momento ti sembrera’ di avere un rubinetto aperto la’ sotto e di rischiare l’affogamento. E infine, quando cominci a controllare intenzionalmente la chiusura delle palpebre, col risultato che cominci a chiuderle sempre piu’ frequentemente e con piu’ forza, facendoti venire male agli occhi.
Di solito questi fastidi sono accompagnati anche da problemi di bilanciamento sinistra-destra.
(Ponghi)
Quando a fine cena la quantita’ di piatti e stoviglie sporche non e’ sufficiente a giustificare il lavaggio notturno, lasciandoti con il dilemma della scelta tra:
1. Va be’, lavo a mano e vaffanculo.
2. La faccio andare lo stesso. Con tutti gli aerei che stanno decollando in questo momento, non sono certo io che inquinero’ il pianeta.
3. Li metto dentro e la faccio andare dopo la cena di domani. Con il pericolo che domani tua moglie arrivi dal lavoro prima di te e pensi che non ti sei ricordato di farla partire, e lo faccia lei, tra l’altro infamandoti al tuo arrivo.
(moscone)
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