Acque piccole
Uncategorized No Comments »I ristoranti che servono acqua solo in bottiglie da mezzo litro.
(moscone)
I ristoranti che servono acqua solo in bottiglie da mezzo litro.
(moscone)
L’estate, e con essa il caldo che fa sudare il culicchio quando stai seduto. E l’idea che il suddetto culicchio sudato generi una chiazza umida sui pantaloncini, scura e visibile, per la quale il mondo ti giudicherà.
(Ponghi)
Tragico sospetto che alle strisce il pulmann si sia fermato per farti attraversare vedendo i capelli bianchi.
(il nonno)
Esci a fare quattro passi e ti rendi conto di esserti fermato a guardare un cantiere.
(Ponghi)
Parcheggi nel centro geometrico di un parcheggio completamente vuoto; quando torni, l’unico minchiota che é arrivato nel frattempo ha piazzato la macchina ad un millimetro dalla tua porta e così ti tocca entrare dal lato passeggero e compiere le relative acrobazie per raggiungere il volante.
(Ponghi)
Nei luminosi e spensierati anni della mia giovinezza i vari elastici delle mutande duravano stagioni e stagioni. Oggigiorno, dopo un paio di settimane si trasformano in spaghetti scotti. L’incedere creativo dell’obsolescenza programmata? Mah…
(Ponghi)
Tua moglie mette su a ripetizione canzoni di Natale, così anche a casa ti sembra di essere al supermercato.
(Ponghi)
Quel filetto che penzola dal fondo dei sacchi della spazzatura, soprattutto quello della plastica.
Se il sacco non e’ strapieno, e lo puoi chiudere con un nodo al sacchetto stesso, rimane li’ a penzolare, e ti sta in mezzo ai piedi mentre vai verso il bidone.
Se il sacco e’ pieno e ti serve, e’ magicamente scomparso.
(moscone)
Spiegami tu gelataio, come faccio a tenere in mano i due coni che mi hai sporto ed a pagarti ? Perche’ non ti compri su internet un paio di portaconi da tenere sul bancone ? In tanto lo hanno gia’ fatto. Perche’, perche’ tu no ?
(moscone)
Ricevere il cono gelato dalle mani appena impanate di disinfettante profumatissimo della gelataia. Il cono sa solo di quello.
(il nonno)
Cercare di disegnare la tua firma col mouse per attaccarla in calce ad un documento. Impossibile.
(moscone)
Le domande di sicurezza che vari siti come le banche ti propongono o forzano compilare nel caso perdessi la tua password eccetera, di norma sono assurde, e, nel migliore dei casi, ambigue.
Per esempio la mia banca mi da’4 possibili scelte per 3 domande, tra cui il nome del mio primo animale domestico. Ma io non ho mai avuto animali domestici !
(moscone)
Le goccioline lasciate ovunque dai dementi che si aggirano zombificati per il mondo aggrappati a bicchieroni di carta ricolmi di quella brodaglia incandescente che si ostinano a chiamare caffè.
(Ponghi)
Il cartello “uscita di sicurezza” illuminato a giorno nel buio del cinema che, durante il film, non puoi fare a meno di fissare.
(Zanza)
La ginocchiata energica nella pennetta USB che spunta dal pc; fastidio solo di poco inferiore a quello provocato dalla ginocchiata data al cassettino cd rimasto aperto (quando ancora si usavano).
(il nonno)
Quando ti togli la mascherina ed i laccetti ti strappano via gli occhiali.
(Ponghi)
I libri coi capitoli troppo lunghi, non parliamo di quelli senza: un’insopportabile apnea di parole.
(il nonno)
“Inserire il biglietto”
Toh
“Inserire la tessera”
Ecco
“Ritirare la tessera”
Fatto
“Arrivederci” (con tono scazzato)
E grazie, no? Avrei potuto prendere la statale che è gratis, maleducata che non sei altro.
(il nonno)
Ti fermi ad una delle 8 pompe self service per far rifornimento. Non c’è nessuno. Mentre inizi ad armeggiare sul video per inserire il pin del bancomat per autorizzare l’erogazione arriva un’altra auto e si piazza proprio dietro alla tua. Il conducente ha l’aria impaziente. Ci sono altre 7 (sette) pompe vuote e lui è impaziente dietro di te.
Spiace a quel punto non avere un tir e dover mettere 500 litri di gasolio, ma piano.
(il nonno)
Realizzare che puoi raccontare storie avvenute “tre alla terza” anni fa, quando ancora guidavi la tua prima macchina.
(il nonno)
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