L’estrattore
Casa 4 Comments »Eccola, la nuova puttanata domestica che la casalinga 2.0 deve assolutamente avere (dopo il Bimbi, le cialde, il profumatore, etc.): L’ ESTRATTORE.
(moscone)
Eccola, la nuova puttanata domestica che la casalinga 2.0 deve assolutamente avere (dopo il Bimbi, le cialde, il profumatore, etc.): L’ ESTRATTORE.
(moscone)
Io prendo l’acqua gassata alla casetta dell’acqua del mio paese, utilizzando le stesse bottiglie di plastica per 4 o 5 volte. In questo modo compenso in minima parte il problema che mia madre, fornitrice delle bottiglie, per una sua fissa mentale, beve solo Ferrarelle, per cui, abitando in Piemonte, compra acqua che arriva dal Lazio.
(moscone)
Se frequentate il mercato settimanale di un qualunque paese piemontese, presto o tardi vi imbatterete nella Vecchia Stratega.
Costei, di regola, e’ una pensionata con non molti impegni, che normalmente si presenta al banco della frutta e verdura alle 7, mentre ancora stanno montando, ma eccezionalmente, per gravissimi motivi, puo’ tardare anche di un’ora.
Impanicata per il ritardo che potrebbe impedirle di avere la tavola apparecchiata entro le 10.30, essa si mischia ai clienti in attesa di essere serviti.
A questo punto, se state attenti, le sentirete pronunciare la seguente frase: “Adesso tocca a me, neee”.
Soffermatevi ad apprezzarne l’arte: la frase viene pronunciata senza guardare nessuno dei commessi, ma uno spazio vuoto al di la’ del banco. Il volume e’ tale che i commessi forse la sentano, e cosi’ pure i clienti attorno a lei, ma non esagerato, di modo che, nel caso nessuno la cagasse, ella potra’ pensare che gli altri avranno pensato che lei stava pensando ad alta voce.
(moscone)
Quei torpidi esseri che vengono sconvolti dalle scale mobili: camminano normalmente finche’ non devono salire sulla scala; a quel punto si immobilizzano e, raccolto il loro coraggio, fanno un saltino per imbarcarsi.
Ovviamente tu che arrivi a velocita’ costante li travolgi.
Codesti medesimi esseri si bloccano appena toccata terra ferma al termine della scala e si guardano intorno con lo stupore di un cerbiatto appena nato.
Tu che vieni sparato dalla scala mobile come un tappo di champagne li travolgi nuovamente.
(Ponghi)
Quando fai una battuta a qualcuno non troppo perspicace ed egli o non la capisce o la prende sul serio, e allora devi riformularla, pero’ cercardo di lasciarle un minimo di sagacia per non buttarla proprio nel cesso. E cosi’ via, finche’ non fa piu’ ridere per niente.
(moscone)
Quelli che, al lavoro, si nascondono in bagno per delle ore: quando ti tocca andarci senti la loro silenziosa presenza incombere nel cubicolo accanto e ti si blocca tutto.
(Ponghi)
Quelli che pontificano su quanta carta igienica dovresti usare (e come) per essere una persona coscenziosa.
(Ponghi)
Quando cammino per strada sincronizzo la velocita’ ed il ritmo del mio respiro in modo tale da espirare ogni volta che passo accanto ad un essere umano. Poi di tanto in tanto qualcuno accelera mentre lo sorpasso, o qualcun altro sgattaiola vicino inannunciato: in quei casi mi tocca smettere di respirare finche’ la mia bolla di solitudine non si ricostituisce.
(Ponghi)
Quelli che corrono, trafalati, al sole, col keeway. O sei un pugile che deve rientrare nel peso di categoria tra due ore, oppure ti stai solo facendo del male.
(moscone)
Appoggiare un libro sul tavolo della cucina per leggerlo bevendosi un tè in santa pace e udire l’orribile stridio delle briciole di pane abbandonate da chissàchi tra il tavolo e la copertina.
(corinto)
Il fatto che tutti i siti europei debbano mettere l’informativa dei cookie con il tastino OK e il fastidio di doverla subire!
(Zanza)
Le pubblicita’ al rallentatore in cui frutti e verdure dai colori sgargianti saltano in giro (lanciate da chi ??) sprizzando gocce di acqua cristallina tutto intorno.
(moscone)
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