Quando il bagno privo di privacy al lavoro e’ completamente vuoto e quindi decidi di regalarti una bella rilassante sessione di cacca.
Inevitabilmente, appena sei al momento cruciale qualcuno entra nel cubicolo accanto al tuo. A quel punto comincia l’ agonia: cerchi di non renderti riconoscibile (spostando le scarpe dove non possono essere viste da sotto i muretti separatori), emetti il minimo di suoni e calibri il momento della tua uscita dal cubicolo con uno sprint da centometrista, sperando che nessun altro essere vivente ti scorga mentre emergi dalla porticina della vergogna.
L’altro fa uguale ed esce nel tuo stesso istante. A quel punto e’ tutto un fissare le piastrelle mentre ci si lava le mani in un silenzio imbarazzato.

(Ponghi)