Telefonate altrui
Uncategorized No Comments »Sciropparsi i dialoghi telefonici di quelli che ti affiancano al semaforo col viva voce a palla dalle casse dell’auto.
(il nonno)
Sciropparsi i dialoghi telefonici di quelli che ti affiancano al semaforo col viva voce a palla dalle casse dell’auto.
(il nonno)
Di scuola, di danza, di musica, di tutto.
In realtà il fastidio non è il saggio in sé (benchè 5 ore a vedere danza classica, danza moderna, danza contemporanea, danza del futuro, danza hip hop, etc. alla lunga stufino un po’) ma è il pubblico del saggio: tutti che schiamazzano, mangiano, ridono, mandano whatsapp in culo al mondo, sbattendosene altamente dei ragazzi che si impegnano sul palco, finché non si esibisce la loro creatura, ad allora tifo da stadio: “bbravaammary!”
(il nonno)
Due cose, a casa mia, inesorabilmente, scompaiono: le biro bic e i cavetti micro USB. Ancora gli gnomi del tempo in azione, evidentemente.
(moscone)
Pensi di aver preparato tutto bene, ti siedi soddisfatto di poter ingurgitare cibi senza doverti più alzare e scopri con disappunto d’aver scordato il sale, l’olio e il cucchiaio (c’è la minestra).
(il nonno)
Si prega di blabla entro e non oltre. Perche’ “entro e”, cosa aggiunge alla frase ?
(moscone)
Non poter versare mai completamente il contenuto di una bottiglia o di un cartoccio: una goccia di latte, una di aranciata, una di acqua rimane sempre nella bottiglia.
(il nonno)
Quelli che ti vogliono comprare una cosa, ma non riescono ad astenersi dal chiederti lo sconto.
Per esempio, ti vogliono comprare la Lamborghini per la quale tu chiedi un milione di euri, e loro: “ok la prendo, pero’ mi fai 999.999 ?”
(moscone)
Quelli (soprattutto i bambini, ormai il trolley e’ d’ordinanza a scuola) che scendono le scale trascinandosi dietro il trolley.
(moscone)
Com’è possibile che, pur non abitando ai bordi di una strada di grande traffico, tutte le volte che devo immettermi in strada A QUALSIASI ORA (anche di notte!) c’è sempre un’auto cui debbo dare la precedenza?
(Alby62)
Peggio del mancato uso del congiuntivo (“vuoi che passo a prenderti io ?”) c’e’ il congiuntivo fantozziano (“vuoi che passa a prenderti io ?”).
(moscone)
Mi prende il panico quando incrocio qualcuno che guida raso, ovvero che gia’ non e’ alto di statura, ed in piu’ ha una macchina col sedile basso, probabilmente con lo schienale ulteriormente inclinato. Fatto sta che da davanti ne vedi gli occhi appena sopra la ruota del volante, e ti chiedi che cosa possa mai vedere lui, da quella posizione.
(moscone)
All’ inizio, per un po’, erano carini: ora i drinks serviti nei barattoli delle conserve hanno proprio rotto i coglioni. Fottuti hipsters :p
(Ponghi)
Non aver mai imparato ad andare in bici senza mani: mi consumerò fino alla morte di invidia per chi ci riesce.
(il nonno)
Dal terzo ripiano della credenza cade un bicchiere di vetro (quelli della nutella, vuoto).
I frammenti di vetro di tutte le dimensioni (dal centimetro al picometro) rimbalzano verso l’alto infilandosi nei ripiani e negli oggetti della credenza fino ad un metro di altezza.
(vasodicoccio)
Vado a votare nel piccolo paese in cui vivo da alcuni anni.
Mi avvicino agli scrutatori accoglienti, ammetto che non riconosco nessuna faccia ma non vuol dire che non li conosca, e porgo i miei documenti.
Non guardano la mia carta di identità, non la prendono neppure in mano: “Dai, non ce n’è bisogno”.
Dopo il voto una scrutatrice mi dice: “sei la figlia di Tizio!” “No, non lo sono”.
Chissà a nome di chi ho votato…
(vasodicoccio)
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