Fluttuando su Marte
Uncategorized No Comments »La tipa della nuova pubblicità della schweppes che, atterrata su Marte, fluttua come se fosse in assenza di gravità cantando “Major Tom”.
(Zanza)
La tipa della nuova pubblicità della schweppes che, atterrata su Marte, fluttua come se fosse in assenza di gravità cantando “Major Tom”.
(Zanza)
Da piccolo, alle elementari, mi facevano cantare Funiculí Funiculá ed altre canzoni regionali, ed io odiavo tale supplizio.
Ora che son vecchio e canuto me ne sto seduto in un pub dall’ altra parte del mondo e che cosa esce dagli schermi come sigla della Stanley Cup di hockey?
Funiculí Funiculá.
(Ponghi)
I magnetini da frigo di Schrödinger: sono sia attaccati che staccati, finché non ti avvicini. A quel punto sono definitivamente staccati, portandosi dietro il loro carico di disegnini, foto, scontrini sbiaditi e biglietti da visita di gente probabilmente ormai deceduta.
(Ponghi)
Quelli a cui sfugge il significato di PROSSIMO. Se oggi e’ martedi, “venerdi’ prossimo” e’ fra 3 giorni, non fra 10. Fra 10 e’ “venerdi’ della settimana prossima”.
(moscone)
Il sensore nei bagni pubblici, che fa sempre partire lo sciacquone 3 secondi prima che tu abbia finito di buttare tutto quel che devi.
E poi, quando hai finalmente consegnato tutto il necessario alla tazza, se ne sta li a fissarti con aria innocente e non fa un tubo.
(Ponghi)
Lo stronzo che ha deciso che il mondo sarebbe stato un posto migliore se le camicie fossero state prodotte senza il taschino.
(Ponghi)
Cucini qualcosa che ad un certo punto prevede la rimozione degli spicchi d’aglio utilizzati: esattamente UNO spicchio non riappare mai e fa si che tu consumi suddetto cibo con un forte senso di disagio e diffidenza.
(Ponghi)
Sui libri firme ai funerali o rasari, molti scrivono il loro nome ben leggibile, mentre (pochi) altri firmano a cazzo, come col corriere di Amazon. Chissa’ chi erano costoro.
(moscone)
Tutti abbiamo almeno una persona a cui dobbiamo fare delle domande in ambito lavorativo.
Quella persona riusciamo unicamente ad incontrarla in corridoio ed, OGNI volta che cerchiamo di porre la nostra domanda, quell’ individuo sta mangiando un’ albicocca. La stagione è irrilevante.
Segue un gesticolare da parte sua che credo indichi “vengo a risponderti appena ho buttato il nocciolo”. Ma non sono sicuro, perché costui si dilegua, fino al prossimo incontro fortuito, fino alla prossima albicocca.
Pinzo, levo il punto piegato, pinzo, levo il punto che non è andato a fondo, pinzo, levo, pinzo…
Alla fine mi rimane un blocco di fogli pieno di buchi tenuto insieme da un punto incerto.
(vasodicoccio)
Il giorno dopo il farmacista mi consegna la scatola con lo stesso sorriso di cui sopra e scopro che su di essa spicca il disegno di un buffo e panciuto ottuagenario con baffi e capelli bianchi che veste tutina e mantello da super-eroe sfoggiante sul petto, al posto della “S” di Superman, una “G” che immagino stia per “Grandpa”.
Sotto, gigante, la scritta “GERIATRICA”.
Qualcuno qui ha spifferato.
(il nonno)
Al termine della visita, l’otorino mi dà il referto e la prescrizione di alcune medicine. Di una chiedo, cos’è questo “Silente” bust.? ( pronuncio “Sailent Bast”). Il dottore, con il sorriso di commiserazione che si concede ai semplici, mi precisa che si tratta di “Silente” (pronunciato Silènte) bustine, un integratore per la microcircolazione. Rosso in viso ringrazio della precisazione.
(il nonno)
Quando ti servono una rolata di carne legata con un metro di spago, e ti tocca pacioccare con le dita per levarla. Processo durante il quale si verificano immancabilmente rimbalzi di sugo dritti sulla camicia appena cambiata. Corollario aggravante e’ quando non riesci a trovare il capo dello spago.
(moscone)
Puntuale la mail che mi ricorda che il giorno prima avevo un appuntamento.
(il nonno)
L’amarissima pastiglietta per il colesterolo che, malgrado il bicchierone bevuto per mandarla giù, resta incollata al palato spandendo la sua amarezza.
(il nonno)
L’etichetta sulla superficie della cornice a giorno avverte: “Non spostare i ganci di metallo facendoli strisciare sul plexiglass, altrimenti si graffierà irrimediabilmente”.
Intimorita da un avverbio così perentorio, sposto i ganci con molta cautela.
Poi levo l’etichetta facendo altrettanta attenzione, ma la colla ha rovinato il plexiglass e rimangono dei segni a cui non v’è rimedio.
(vasodicoccio)
Ampia metratura e posizione abbastanza comoda, ma le foto hanno qualcosa di strano. Nella descrizione dopo qualche riga viene specificato che si tratta di una soffitta grezza, e le immagini sono il risultato di un esercizio di fantasia del venditore.
(vasodicoccio)
La coda al buffet dell’aperitivo al concerto lezione. Un branco di assatanati.
(il nonno)
Nella mappa il punto è indicato abbastanza vicino alla spiaggia, nel titolo dell’annuncio c’è scritto, ad esempio, “Moneglia centro paese” Ci casco come una pera cotta e apro l’annuncio, poi alla seconda riga si specifica “a soli 4 km dal mare”.
(vasodicoccio)
Quelli che usano la terza persona singolare femminile riferendosi a uno o più persone di genere maschile, per dare un tono più forbito alla discussione. “Gli ho fatto vedere la casa, e LE è piaciuta molto.”
(vasodicoccio)
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