I baci sui vestiti
Amore mio, Quelli che No Comments »I fidanzatini che si danno i bacini sui vestitini, schioccando anche un po’ le labbrucce.
(moscone)
I fidanzatini che si danno i bacini sui vestitini, schioccando anche un po’ le labbrucce.
(moscone)
Dovere pulire il minipimer dopo averci preparato una salsa bella grassa, densa ed unta.
(moscone)
La gomma al fondo del lapis finisce sempre prima del lapis: vuol dire che cancello più di quanto si scrivo, boja fauss.
(il nonno)
Digiunare tutto il giorno anticipando una festa di inaugurazione durante la quale si potra’ dar fondo a tutta la propria arte scroccatoria. Arrivare nel luogo della festa e sentirsi dire che si e’ sbagliato giorno.
(Ponghi)
Avendo io una certa età e dovendo prendere le gocce alla sera (soprattutto quando torno un po’ su di giri dalla bocciofila), combatto quotidianamente con ‘sti c…o di contagocce moderni che, a seconda delle condizioni di pressione atmosferica, o non mollano la goccia neanche a spaccare il tubetto o ne sparano una raffica veloce che non riesci a contare.
Ma i vecchi cappucci con il tubettino di vetro e la pompettina di gomma che si usavano quando ero giovane io e che andavano tanto bene, no eh?
(il nonno)
Quelle pubblicita’ in cui il figo di turno si da’ una passata di rasoio sulla faccia ed asporta perfettamente ogni pelo ed imperfezione della pelle, con un ghigno di soddisfazione e tracotanza.
(moscone)
…completamente a causa dell’accumularsi dietro di loro di oggetti vari quali zaini della scuola, giochi, peluche, libri, mutande, calzini, piramidi di Lego, ammucchiate di Barbie, shangai di matite colorate, grattacieli di Topolino, etc.
(il nonno)
A parte la loro totale inutilità (sono utili a valutare l’apprendimento dei bambini solo per una manica di psicologi bradi che credono di capire tutto di un bambino da un modulino pieno di crocette su risposte opzionali, come i test psicologici dei Salesiani), MA DA QUANDO IN QUA UN TEST SI “SOMMINISTRA”???!!!
Cos’è, una supposta? Ma imparate l’italiano se no vi “somministro” un calcio nel sedere!
Mi è partito l’embolo…
(il nonno)
Quando inizi una partita a tetris, hai tuo schermo tutto bello pulito… e il primo pezzo che cade e quello a forma di S!
(Zanza)
Mia moglie, regolarmente, mi butta via i tappi di sughero che io ho amorevolmente scolpito perche’ ri-entrino nelle bottiglie aperte.
(moscone)
… fatti con una palata di ghiaia catramata nelle buche piene d’acqua della pioggia del giorno prima: non attaccherà mai e tutti lo sanno, così si spreca ghiaia, catrame, tempo dei cantonieri (che sono sempre indaffaratissimi) per niente.
(il nonno)
Quando butti un vasetto di vetro nel tuo bidoncino della differenziata, e cozzando contro altri oggetti di vetro, ti ritorna su un rumore aggiacciante, che contiene sempre una frequenza particolare che riesce a trapanarti le orecchie.
(moscone)
Una volta, se una sedia era troppo bassa, ci mettevi un cuscino e via. Adesso devi andare a cercare tra 10 pompette, leve, manopole e bilancieri solo per trovarti seduto in una struttura sempre piu’ disarticolata. E c’e’ sempre l’introvabile maledetto controllo nascosto dello schienale che dovrebbe trasformare in una sedia normale la specie di sdraio basculante su cui spendi le tue miserabili giornate.
(Ponghi)
Imbattersi nei cartelli tipo “Vendesi alloggi”. Vendonsi, per dio, vendonsi !
(moscone)
I misteriosi meccanismi di caching dell’ arcaica versione di Firefox che son costretto ad usare: se non rinfresco (refresho?) esplicitamente certe pagine, mi ritrovo a leggere antiche versioni delle medesime, anche a diverse sessioni di distanza.
(Ponghi)
Quelli che quando gli dici che hai perso qualcosa, ti chiedono “Ma dove l’hai perso?”. E se lo sapevo, mica l’avevo perso, no?
(moscone)
Quando nei musei di argomento scientifico o simile i marchingegni interattivi che dovrebbero spiegare le cose “giocando” non funzionano perché rotti o spenti: faccio mio tutto il fastidio che si vede sul volto giustamente deluso e incazzato dei bambini.
(il nonno)
La carta igienica indonesiana: sottile ed impalpabile piu’ di quel che Giovanni Rana potrebbe sognare, e’ tuttavia del tutto inadatta alle durezze del crudele lavoro laggiu’ e dopo un paio di spatolate si trasforma in una poltiglia simile a cartapesta.
(Ponghi)
Ultimi Commenti