Pettorale
Psycho No Comments »Nella gare di corsa, per me e’ sempre un patimento dovere fissare il pettorale con le spillette da balia. Se non mi viene perfettamente centrato e dritto, devo forzatamente ricominciare da capo.
(moscone)
Nella gare di corsa, per me e’ sempre un patimento dovere fissare il pettorale con le spillette da balia. Se non mi viene perfettamente centrato e dritto, devo forzatamente ricominciare da capo.
(moscone)
Dove mi rifornisco, il metano per auto costa 0.994 euri per chilo, per cui il contatore dei chili e quello del prezzo sono sfasati di un nonnulla. Pagherei volentieri quei 6 millesimi in piu’ pur di ristabilire la simmetria.
(moscone)
Se devo immaginarmi l’inferno, esso e’ un enorme ristorante, nel quale si svolge un eterno matrimonio, durante il quale gli altri dannati mi invitano continuamente ad unirmi ad un trenino-samba. Il tutto in scarpe scomode.
(moscone)
Quanto NON mi piace la moneta da 2 euri, l’idea di avere quattromila (mica cazzi) lire concentrate in un gettone. Per esempio, quando prendo il caffe’ da 50 centesimi alla macchinetta, ed ho solo un 2 euri, vivo sempre un breve momento di ansia nell’attesa che mi caghi il resto.
A proposito, ma che bella parola e’, “gettone” ?!
(moscone)
Prima regola dei bagni pubblici: “non si parla nei bagni pubblici”.
Seconda regola dei bagni pubblici: “non si parla nei bagni pubblici”.
(Ponghi)
La mia leggera dislessia riguarda l’est e l’ovest. Per risolverla, devo seguire il seguente percorso mentale:
Est -> estremo oriente -> Giappone -> a destra
Ovest -> far west -> California -> a sinistra
(moscone)
Stavo per condividere su internet foto di gatti. Sono rinsavito prima del fatto, ma IO sapro’ per sempre di esserci andato cosi’ vicino.
(Ponghi)
Butti la pasta e guardi l’ora per sapere quando scolarla. Poi ti viene il dubbio: l’orologio ha appena fatto lo scatto al nuovo minuto o il minuto scattera’ tra un paio di secondi? Cosi’ torni indietro e ti metti a fissare l’orologio, dimentico della pasta.
(Ponghi)
Dove lavoro io uno dei bagni contiene anche un doccione, con il classico tubo a spirale metallica il quale, forse a causa di repentini cambiamenti di pressione o bolle d’aria o che so io, si muove di continuo. Giuro che si agita come se fosse vivo, ed io non riesco a dargli le spalle per paura che cominci a sputare serpenti.
(Ponghi)
Mi inquieta molto vedere una bottiglia di cocacola o aranciata o latte, riciclata per contenere acqua. Ma con tutte le bottiglie di acqua riciclabili di questo mondo, proprio una al gusto di qualcosa devi usare ?
(moscone)
Spostare una pentola senza fare rumore e’ impossibile: anche se possiedi una unica pentola, il gesto di spostarla anche di un solo millimetro la fara’ inevitabilmente collidere contro UN’ALTRA pentola.
(Ponghi)
Ogni singola volta che effettuo un acquisto online, non sono assolutamente in grado di scrivere il mio nome se prima non controllo come e’ scritto sulla carta di credito.
(Ponghi)
In ufficio oggi, come al solito, ho più volte giocherellato nervosamente con la fede (intesa come anello).
Che ho dimenticato stamattina sul comodino, a casa.
(vasodicoccio)
So che è irrazionale, ma quando prelevo i soldi al bancomat rimango sempre infastidita dal fatto che la macchinetta non mi dà mai delle banconote in più.
(vasodicoccio)
Grattare un’ unghia contro una superficie scabrosa mentre si lavora e avere la sensazione di essersela frantumata fintantoché non si controlla.
(corinto)
Ce l’avete l’amico memoria storica? Quello che non ti perdona deviazioni? Per esempio, vai a cena e ordini finocchi.
Lui: “Ma, non mangiavi finocchi”.
Tu: “Lo so, ho iniziato da qualche anno”
Lui: “Nal maggio del 97 dicesti che non avresti mai piu’ mangiato finocchi in vita tua”
Tu: “…”
(moscone)
La bocca e le branchie dello squalo balena, non so perché.
(il nonno)
Quella sensazione che l’universo sia tutto un grande inganno che provi quando dalla lavatrice escono meno calzini di quanti ce ne sono entrati.
(Ponghi)
Qualche mese fa mi sono svegliato che non sopportavo piu’ le etichette delle maglie.
Ancora oggi mi capita di indossare una maglietta che non mettevo da allora, e di dovermi spogliare a meta’ giornata per tagliarne via l’etichetta.
(moscone)
Calcolare cio’ che io chiamo il “raggio della gentilezza”, ovvero la distanza massima a cui deve trovarsi un’altra persona perche’ io le tenga aperta la porta se la vedo avvicinarsi. Alle volte il raggio cresce a dismisura (nell’ordine delle decine di metri, influenzato da fattori di eta’, razza, sesso), rendendo l’ attesa un tormento lacerante. Alle volte il raggio collassa a pochi centimetri, con l’effetto collaterale di farmi sentire un po’ stronzo.
(Ponghi)
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