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(il nonno)
Puntuale la mail che mi ricorda che il giorno prima avevo un appuntamento.
(il nonno)
L’amarissima pastiglietta per il colesterolo che, malgrado il bicchierone bevuto per mandarla giù, resta incollata al palato spandendo la sua amarezza.
(il nonno)
L’etichetta sulla superficie della cornice a giorno avverte: “Non spostare i ganci di metallo facendoli strisciare sul plexiglass, altrimenti si graffierà irrimediabilmente”.
Intimorita da un avverbio così perentorio, sposto i ganci con molta cautela.
Poi levo l’etichetta facendo altrettanta attenzione, ma la colla ha rovinato il plexiglass e rimangono dei segni a cui non v’è rimedio.
(vasodicoccio)
Ampia metratura e posizione abbastanza comoda, ma le foto hanno qualcosa di strano. Nella descrizione dopo qualche riga viene specificato che si tratta di una soffitta grezza, e le immagini sono il risultato di un esercizio di fantasia del venditore.
(vasodicoccio)
La coda al buffet dell’aperitivo al concerto lezione. Un branco di assatanati.
(il nonno)
Nella mappa il punto è indicato abbastanza vicino alla spiaggia, nel titolo dell’annuncio c’è scritto, ad esempio, “Moneglia centro paese” Ci casco come una pera cotta e apro l’annuncio, poi alla seconda riga si specifica “a soli 4 km dal mare”.
(vasodicoccio)
Quelli che usano la terza persona singolare femminile riferendosi a uno o più persone di genere maschile, per dare un tono più forbito alla discussione. “Gli ho fatto vedere la casa, e LE è piaciuta molto.”
(vasodicoccio)
Le scatole cilindriche dei formaggini triangolari sono incredibilmente difficili da aprire.
(moscone)
Normalmente ho la sveglia verso le 7, ma immancabilmente alle 6 mi sveglio per la voglia di pisciare. Resisto 5 minuti, poi mi alzo a farla, ed infine rinuncio definitivamente all’ora di sonno residua.
(moscone)
La pompa col contagocce al distributore che ci mette 10 minuti a fare il pieno, con crampo finale alla mano.
(il nonno)
I cazzo di suoni armoniosi emessi dai veicoli elettrici, che probabilmente sono stati concepiti dallo stesso tizio che partorisce i vari suoni di stupore e meraviglia vomitati da OGNI sistema operativo quando fa il boot.
(Ponghi)
Viaggi sulla metropolitana strapiena, e c’è qualcuno vicino a te con un respiro importante.
(vasodicoccio)
Lascia sempre una striscia non pulita davanti agli occhi.
(il nonno)
Dovere rincorrere gli artigiani, tipo il muratore che ti ha detto che il problema si risolve con un piccolo intervento, la prossima settimana si puo’ fare. Poi chi lo vede piu’, e una volta non risponde, ed un’altra ti risponde e ti assicura che ti richiamera’ nel pomeriggio, certo, certo.
(moscone)
Quasi tutti i miei colleghi, peraltro ottime persone, hanno una specie di ossessione per le GIF animate, per cui ad ogni messaggio sulle chat di lavoro in molti replicano con una GIF che occupa meta’ schermo. Che una fa ridere, due si ok carina, tre hai rotto il cazzo.
(moscone)
Soprattutto quelle infide che si nascondono sotto innocenti e bucoliche foglie secche.
(il nonno)
Vai in piscina (o palestra) perché fare sport è una cosa che fa bene alla salute. Quando esci, vieni avvolta dalla nuvola di fumo di quelli che sono usciti prima di te e che si piazzano davanti alla porta fumando una sigaretta.
(vasodicoccio)
Che per quanto tu li chiuda dolcemente, una volta a casa sono impossibili da riaprire, per cui regolarmente dopo 5 secondi li squarci.
(moscone)
Quelli che usano il vivavoce in macchina a tutto volume o senza saperlo usare, e quindi stanno dentro l’auto con i finestrini completamente chiusi per mantenere la privacy ma da fuori si sente tutta la conversazione.
L’ultima trovata del cazzo in materia di sicurezza: mandare un codice per accedere che scade dopo 10 secondi alla tua mail. E la mail arriva puntuale dopo 20 secondi.
Che il dio degli sviluppatori e dei proprietari dei social li costringa per l’eternità sulla tazza del water.
(il nonno)
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