Inglese
Lavoro 3 Comments »Quando devi scrivere qualcosa in inglese ma non riesci neanche a formularne la versione in italiano.
(moscone)
Quando devi scrivere qualcosa in inglese ma non riesci neanche a formularne la versione in italiano.
(moscone)
Cercare di appendere una fotografia, o l’orologio, al muro, dovendo centrare il chiodino che viene coperto dalla sagoma dell’oggetto.
(moscone)
Ohhh, che pizza con sto olio di palma che adesso non c’e’ piu’ qua, non c’e’ piu’ la’…
(moscone)
I giochi di parole che rischiando di essere ignorati vengono scritti al maiuscolo la’ dove serve.
Esempio, “benvenuti all’ innovACTION day”, o “stiamo VALORANDO per voi!” ecc. ecc.
(moscone)
Quando fai manovra in macchina, tipo per uscire da un parcheggio, e la persona che devi caricare continua ad avvicinarsi alla portiera, con la mano protesa verso la maniglia, invece di aspettare che la manovra sia completa.
(moscone)
Prepararsi la colazione in accappatoio, inevitabilmente le maniche, larghe, finiscono nella tazza del latte… ma come fanno i giapponesi in kimono? Idea rivoluzionaria, come per i pantaloni in bici una pinza per le maniche del kimono.
(Zanza)
L’irrisolvibile problema, avendo solo 24 ore al giorno, di incastrare i nuovi orari di scuola con gli orari delle attività post scuola, gli orari di lavoro, gli orari dei pulmann: arriveremo prima o poi a cinquemane con giorni di 48 ore e niente sabati e domeniche, poi ci estingueremo, finalmente.
(il nonno)
Fastidio molto localizzato: cercare di uscire dal parcheggio del Decathlon di Settimo. Se segui i sensi unici rischi di passarci la notte, ecco il motivo per cui vi sono esposte parecchie tende.
(moscone)
Correndo, una scarpa allacciata leggermente piu’ stretta dell’altra.
(moscone)
Quelli che ad una serie di files, come fotografie o podcast, danno nome con giorno-mese-anno (invece che con anno-mese-giorno) cosi’ che l’ordine alfabetico non combacia con quello cronologico.
(moscone)
Mi registro ad un sito web e mi viene chiesto di fornire l’indirizzo mail e didigitare la mia nuova password.
“La password deve contenere almeno 1 lettere maiuscole, 1 lettere minuscole, 1 cifra e 2 caratteri speciali, i caratteri ammessi sono: . , ! $ % = ^ – * +.”
Non ce la posso fare.
(vasodicoccio)
Il rumore della carta leggermente metallica delle uova di Pasqua, quando le scarti.
(Giulia)
Lungo rettilineo, in fondo semaforo verde, inutile. Viaggi alla “velocità consentita” e quando stai per raggiungerlo lui tàc giallo e tàc rosso. Sembra persino di sentir uno sghignazzare sommesso nella centralina che regola l’incrocio.
(il nonno)
Gli ossimori forzatissimi, tipo “silenzio assordante”. Ma per favore.
(moscone)
Il commentatore RAI dell’atletica alle olimpiadi. Non si capisce una fava di cosa racconta, se non che non c’entra una mazza con l’evento in corso.
(moscone)
Le interviste dei telegiornali ai bagnanti sulla spiaggia, inguardabili.
(Zanza)
Ristorante scadente con la carta delle acque: acque inglesi, tedesche, americane, una sudafricana. Presentate dall’ idrosommerlier che te ne enuncia la salinita’ residuo fisso, eccetera. Ma vai a cagare.
(moscone)
Per non rimanere sprovvisto sul più bello (stampa di tavole di concorso in pieno agosto) fai scorta per tempo di un giro di cartucce, ce ne vogliono 4 per il plotter che costano euri 45 cad. Peccato che l’accapì, per fare un “servizio al cliente”, abbia aggiunto un chip alla cartuccia con data di scadenza, passata la quale essa, benché nuova e piena di coloratissimo inchiostro, non può più essere utilizzata perché il plotter risponde schifato: “Cartuccia scaduta”.
Morale: come donare 180 euro all’accapì e sentire il buco del sedere che brucia.
(il nonno)
Quell’ amichetta di tua figlia pre-adolescente, un po’ piu’ scafata delle altre compagne.
(moscone)
I libri di testo della seconda liceo di quest’anno non sono più gli stessi dell’anno prima. O meglio, sono gli stessi ma deframmentati.
Cambia per esempio un numero del codice ISBN, oppure l’esercizio 3, che si trovava a pag.15, ora è l’esercizio D che si trova a pagina 200. Il titolo è “… con estensioni on-line” anziché “… con espansione digitale”, etc. etc. Tutto ciò per eliminare la deplorevole usanza di utilizzare libri usati che fa tanto piangere le case editrici.
PS Il fastidio aumenta sapendo che per esplicita circolare del MIUR non esiste l’obbligo da parte dei docenti dell’adozione del libro di testo.
(il nonno)
Ultimi Commenti