Premessa: mi scuso con tutti i milanesi non stereotipati.
Al ristorante c’e’ un tavolo di milanesi; a capotavola, un tizio che si e’ portato il cane e che si sente obbligato, per tutta la cena, ad urlare a tal cane: “Ue’ dammi del pelo! Dammi del pelo! Ue’!”. A meta’ cena si fa dare della carta stagnola perche’ vuole portare a casa per il suddetto cane la tagliata di vitello che ha ordinato.
(Ponghi)
Quando al bar ordini un’ insalatona e te la portano nella ciotola di metallo.
(moscone)
L’odore del melone della sera prima, la mattina.
Profuma come di spazzatura. Un muro costruito in buccia di melone potrebbe forse allontanare il puzzo, ma probabilmente e’ solo utopico e poco pratico.
(Ponghi)
Quando inserisci la cannuccia nel “Billy” (per i piu’ giovani il succo di frutta nel cartone) e il succo fuoriesce bagnandoti e appicicosandoti le mani.
(Zanza)
Quei succhi di frutta i quali, dopo averli agitati per rimescolare il “naturale deposito di frutta presente sul fondo”, si riempiono di grumi galleggianti di tale deposito, piu’ simili ad icebergs di guano che a vellutate ed impalpabili puree saporite.
(Ponghi)
Che fastidio quando sbucci un uovo sodo e insieme al guscio vengono via tocchi di albume. Va detto che, secondo una fonte bene informata, questo fatto e’ segno della freschezza dell’uovo.
(moscone)
Quando ti scotti il palato, tipo mangiando la pizza, e ti e’ impossibile mangiare con piacere per i giorni a venire…
(Zanza)
Quando mangi un cannolo e dei pezzettini di sfoglia si attaccano per qualche secondo alla parete interna degli incisivi superiori.
(moscone)
Il sassolino in mezzo alle lenticchie mentre mangi, e il rumore che fa contro i denti mentre mastichi.
(vaso di coccio)
Dimentichi sulla scrivania una tazza di tè, vuota, con la bustina dentro. Il giorno dopo la bustina è incollata alla tazza, se provi a tirarla si rompe inondando il fondo della tazza di foglioline secche (ma quante foglioline ci stanno dentro un filtro?!).. e la parte che resta attaccata è così incollata che neanche con il bostik..
(vaso di coccio)
Pratichi un digiuno controllato di piu’ giorni nell’anticipazione di una cena da sfondata in una certa trattoria; poi, 4 ore prima della cena, ti avvisano che nel locale si e’ rotto un tubo e quindi salta tutto.
(Ponghi)
Le tovaglia troppo corte (che ballano sul tavolo) e quelle troppo lunghe (che ti pesano sulle gambe).
(moscone)
La pellicola trasparente per gli alimenti che si srotola male, si appiccica dappertutto tranne dove deve così per riuscire ad avviluppare uno spicchietto di cipolla ce ne vuole un campo da calcio.
(nonno)
Le microlische di acciuga che ti rimangono in mezzo ai denti dopo avere mangiato una pizza siciliana.
(moscone)
Non sopporto quando i corn flakes affondano nel latte e non riesci a ripescarli fintantoché non bevi tutto il latte e scopri la poltiglia immonda che sono diventati. Fastidio.
(il nonno)
Quando al ristorante o ospite fuori casa ti danno la forchetta con un dente leggermente storto verso l’alto o il basso.
(moscone)
Da me funziona cosi’: negli anni dispari, a settembre, si fa incetta di basilico e se ne riempie il freezer. L’inverno che segue tutto bene. L’estate successiva che si fa? Si butta il congelato, per usare di nuovo il fresco. Ma a settembre, viziati dall’abitudine dell’anno passato, non ci si ricorda che il freezer lo si era svuotato, e quindi gli inverni degli anni pari si vivono mestamente senza basilico nel sugo.
(moscone)
Quel pistacchio semichiuso che cercando di aprilo ci infili le unghie dei pollici provodandoti un dolore immane. Il fastidio e’ spesso controbilanciato dal ritrovamento di un pistacchio gia’ fuori dal guscio.
(Zanza)
Perche’, PERCHE’ non riesco a riempire la caffettiera senza spargere una copiosa quantita’ di caffe’ sul paesaggio circostante?
(Ponghi)
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